Possiamo subire cambiamenti determinanti nel tempo? Il nostro cervello può modificarsi o è geneticamente pre-programmato? Gli studi sulla neuroplasticità suggeriscono che il cervello ha la capacità di crescere e cambiare in tutta la nostra vita.
La parola stessa di quella che è considerata una delle scoperte più importanti nella storia della medicina ci indica il suo significato: il prefisso ‘neuro’ si riferisce ai neuroni di cui è costituito il cervello e ‘plasticità‘ richiama tutto ciò che è flessibile, malleabile e dunque mutevole.
Il cervello non è immutabile
Per circa 400 anni gli scienziati si sono fatti portavoce dell’immutabilità cerebrale durante l’intero corso della vita. In pratica, a partire dall’infanzia, sarebbero nati e si sarebbero via via organizzati processi fondamentali legati a precise aree del cervello. Compromessa una determinata area, ogni funzione ad essa collegata era pregiudicata. L’unico mutamento contemplato era quello relativo al naturale deterioramento del cervello. In base a questa teoria tutte le persone invalide o con qualche menomazione erano destinate ad essere permanentemente tali.
Va da sé la portata straordinaria della scoperta della neuroplasticità, provata a partire da una serie di ricerche iniziate negli anni ’90. il sistema nervoso è in grado di modificarsi in risposta agli stimoli esterni (ambientali e comportamentali), ma anche a quelli interni al corpo stesso. Il tessuto cerebrale e le connessioni neurali sono in continuo adattamento, dall’età infantile fino ad età molto avanzata. Durante il periodo iniziale di sviluppo, la plasticità è ai massimi livelli: alcuni circuiti neuronali vengono selezionati a discapito di altri.
Il cervello in età adulta
Durante l’età adulta, molti circuiti rimangono stabili, molti altri invece si dinamizzano, riorganizzandosi sotto l’influenza del mondo esterno al fine di rispondere a specifiche esigenze cognitive, sensoriali, motorie ma anche affettive. In conclusione, il cervello ha un funzionamento del tutto simile ad un muscolo, ma con una potenzialità ed una funzionalità di gran lunga maggiori. In risposta a traumi di diversa natura o a situazioni patogene, si verifica l’attivazione di connessioni sinaptiche prima spente o addirittura la creazione di nuove.
La neuroplasticità è considerata la base anatomo-funzionale della riabilitazione neurologica e offre spunti interessanti anche nell’ambito della neurochirurgia. La mappa del cervello umano fornisce infatti un prezioso strumento di indagine ai neurochirurghi ma anche ai ricercatori che studiano disturbi come l’autismo e l’epilessia.